Aree di specializzazione

Panoramica dei nostri servizi…

Lo Studio si occupa prevalentemente di diritto penale e diritto processuale penale, fornendo un’assistenza continuativa e di alto profilo attenta alle singole esigenze del Cliente – persona fisica e giuridica –. I nostri servizi si rivolgono a chiunque si trovi coinvolto, a vario titolo, nel processo penale, con le inevitabili ripercussioni sul piano psicologico, patrimoniale e in tema di libertà personale.

Offriamo assistenza legale specializzata in ogni stato e grado del procedimento, innanzi alle giurisdizioni superiori.

E in dettaglio…

Lo Studio si occupa prevalentemente del diritto penale dell’economia, ossia, dei reati societari, tributari e fallimentari, nonché della responsabilità penale degli enti.
La filosofia alla base del nostro impegno professionale si fonda sulla convinzione che ogni “caso” vada affrontato prima del suo approdo nelle aule dei tribunali, svolgendo un’attività preliminare che consenta di prevedere i possibili risvolti processuali. T

ale obiettivo viene perseguito, principalmente, ricorrendo all’uso sistematico delle investigazioni difensive, mirate alla raccolta anticipata di elementi probatori a favore di chi è sottoposto alle indagini o ha subito un reato.

Diritto penale comune

Violazioni in materia di stupefacenti.

Violazioni in materia di stupefacenti

Lo Studio vanta una consolidata esperienza in tema di illeciti (commessi anche in forma associativa) concernenti le sostanze stupefacenti.

La materia è disciplinata dal DPR 309/90 – Testo Unico degli stupefacenti -, che recentemente è stato interessato da significativi interventi legislativi e giurisprudenziali (sentenza n. 32/2014 e n. 40/2019 della Corte Costituzionale). Pertanto, oggi sono previste tre tipologie di condotte perseguibili penalmente: la detenzione ai fini di spaccio di droghe cd. pesanti, punita con la reclusione da 6 a 20 anni; la detenzione ai fini di spaccio di droghe cd. Leggere, punita con pene dai 2 ai 6 anni di reclusione; la detenzione ai fini di spaccio rientrante nell’ipotesi cd. di lieve entità, sanzionata con la reclusione da 6 mesi a 4 anni.

La misura della custodia cautelare in carcere può essere disposta solo per i delitti di maggiore gravità; non è, quindi, applicabile nei casi di lieve entità.

La normativa riserva un trattamento di favore nei confronti del soggetto – autore di reato che sia tossicodipendente o assuntore di sostanze stupefacenti: qualora si tratti di fatti di lieve entità, il giudice può applicare, anziché le pene detentive e pecuniarie, quella del lavoro di pubblica utilità; in fase esecutiva, vi è la possibilità di accedere ai benefici previsti dalla legge, quali l’affidamento in casi particolari cd. terapeutico (art. 94 D.P.R. 309/90), la sospensione dell’esecuzione della pena e la detenzione in istituti destinati a soggetti con problemi di dipendenza.

Reati contro il patrimonio

Nell’ambito di tale categoria troviamo, a titolo esemplificativo, l’appropriazione indebita, il furto, il furto in abitazione, la rapina, l’estorsione, il riciclaggio, la truffa, l’usura, i quali, statisticamente, costituiscono la maggior parte dei reati per cui la pubblica accusa presenta direttamente il presunto colpevole al giudice del dibattimento per il giudizio.

Di recente, peraltro, l’entrata in vigore della Legge 23 giugno 2017, n. 103 – c.d. riforma Orlando -, ha comportato l’inasprimento del trattamento sanzionatorio per alcuni reati contro il patrimonio: l’aumento dei minimi edittali delle pene detentive e aumento delle pene pecuniarie per il delitto di furto in abitazione, scippo (art. 624-bis c.p.), rapina (art. 628), oltre ad una serie di modifiche in tema di circostanze aggravanti.

Lo Studio presta assistenza a partire dalla fase (eventuale) della convalida dell’arresto in flagranza di reato fino alla definizione del procedimento penale, con l’obiettivo primario di evitare, per quanto possibile, menomazioni dello status libertatis del Cliente (a causa di provvedimenti giurisdizionali restrittivi della libertà personale).

Un’adeguata e opportuna strategia difensiva in sede processuale consente, altresì, di limitare le conseguenze pregiudizievoli durante l’esecuzione della pena. La condanna per taluni dei predetti reati -nella loro forma aggravata – comporta, difatti, nella fase esecutiva, la preclusione alla fruizione di diversi benefici (come ad esempio, la mancata sospensione dell’ordine di carcerazione).

Diritto penale comune

Reati contro il patrimonio.

Diritto penale comune

Guida in stato d’ebbrezza e/o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e lavori di pubblica utilità.

Guida in stato d’ebbrezza e/o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e lavori di pubblica utilità

Ci occupiamo di procedimenti per guida in stato d’ebbrezza, nonché sotto l’influenza di sostanze stupefacenti, che affrontiamo con strategie ritagliate sulle esigenze specifiche del Cliente, anche al fine di ridurre al minimo il disagio connesso alla applicazione delle sanzioni accessorie (come la sospensione e/o revoca della patente di guida).

Al riguardo, si rammenta come la legge distingua tre diverse tipologie di infrazione:

  • l’ipotesi prevista dall’art. 186 comma II lett. a) prevede una sanzione amministrativa da 500 a 2.000 euro, per il soggetto nei confronti del quale sia stato accertato un valore superiore a 0,5 grammi/litro (g/l) e non superiore a 0,8 g/l; all’accertamento della condotta consegue la sospensione della patente da tre a sei mesi;
  • l’ipotesi sanzionata dall’art. 186 comma II lett. b) riguarda, invece, l’ipotesi in cui venga accertato un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l e non superiore a 1,5 g/l. In questo caso, si tratterà di una contestazione rilevante ai fini penali (ossia, un reato, inquadrabile nella categoria delle c.d. contravvenzioni), punita con l’ammenda da € 800 ad € 3.200 e l’arresto fino a sei mesi; all’accertamento del reato consegue, inoltre, la sospensione della patente di guida da sei mesi a un anno;
  • l’ipotesi sanzionata dall’art. 186 comma II lett. c) è la più grave. È la previsione del reato commesso da colui che conduca in stato di ebbrezza un veicolo con tasso alcolemico superiore al valore di 1,5 g/l. È punita con l’ammenda da € 1.500 a € 6.000 e l’arresto da sei mesi a un anno. All’accertamento segue la sospensione della patente di guida da uno a due anni.

Infine, è prevista la pena di cui all’ipotesi della lett. c) anche nel caso di rifiuto a sottoporsi all’alcol test.

Tra le possibilità di definizione del procedimento, sia in fase di indagini che a seguito di decreto penale di condanna, o di citazione diretta a giudizio, vi sono la richiesta di ammissione ai lavori di pubblica utilità ex art. 186, comma 9 bis del Codice della Strada, ovvero, nei casi in cui ciò non sia possibile, la sospensione del procedimento con messa alla prova ai sensi degli artt. 168 bis c.p. e 464 bis c.p.p.

In tali casi, lo Studio provvede ad individuare l’Ente/Associazione presso cui svolgere il lavoro di pubblica utilità.

Violenza di genere – Violenza domestica

Le nozioni di violenza di genere e di violenza domestica sono contenute nella Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa del’11 maggio 2011 (ratificata dall’Italia con la legge 27/06/2013, n. 77).

Con la prima espressione si indicano tutte quelle forme di violenza, da quella psicologica e fisica, a quella sessuale, dagli atti persecutori allo stupro, fino al femminicidio, che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso.

Il fenomeno della violenza domestica è riferibile a tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima.

Tra i reati che più frequentemente vengono compiuti in tali contesti, si annoverano quello di atti persecutori ex art. 612 bis c.p. e di maltrattamenti contro familiari o conviventi ex art. 572 c.p.

Si tratta di fattispecie delittuose che devono essere affrontate con particolari cautele, soprattutto nei casi in cui sono coinvolti soggetti minorenni. In tali situazioni, il difensore spesso si trova a dover svolgere sia “attività di mediazione” all’interno di un nucleo familiare il cui equilibrio risulta gravemente compromesso, sia attività di raccordo con i Sevizi sociali. Pertanto, l’esperienza assume un ruolo fondamentale.

Con l’introduzione del delitto di “stalking”, il legislatore ha inteso reprimere comportamenti reiterati di tipo persecutorio.

In genere, il reato si realizza attraverso la combinazione di più azioni moleste: pedinamenti, appostamenti, inseguimenti, raccolta di informazioni, intrusioni, tentativi di comunicazione e contatto di vario tipo, nonché minacce e violenze, non solo nei confronti della vittima, ma anche rispetto a familiari ed amici.

Qualunque sia la sua modalità di esternazione, è essenziale che il contegno dell’agente cagioni nella vittima “un grave disagio psichico” ovvero determini “un giustificato timore per la sicurezza personale propria o di una persona vicina” o, comunque, pregiudichi “in maniera rilevante il suo modo di vivere”: in altri termini, che gli atti dello stalker abbiano un effetto destabilizzante della serenità e dell’equilibrio psicologico della vittima.

Il reato di maltrattamenti nasce per la tutela della famiglia. L’evoluzione successiva ha poi ricompreso ambiti diversi, così dovendosi intendere inclusi nella portata applicativa della norma non solo figure di famiglia “di fatto”, ma anche ogni contesto di convivenza all’interno del quale maturino vincoli di solidarietà.

La condotta delittuosa si sostanzia in una serie di atti materiali, quali percosse, atti lesivi dell’integrità morale e della libertà (di disprezzo o umiliazione, ingiurie, minacce, tradimento), i quali siano finalizzati a provocare una “sistematica sopraffazione della vittima”.

La condotta, inoltre, deve avere il carattere dell’abitualità, ovvero gli episodi di vessazione devono occupare un certo lasso di tempo.

All’inizio della XVII legislatura il Parlamento è tornato ad apprestare tutele alle vittime dei reati commessi in ambito familiare, oltre che dei minori che vi assistono (c.d. “violenza assistita”), con la conversione del decreto-legge n. 93 del 2013, finalizzato altresì a contrastare la violenza di genere. In particolare, si evidenziano le seguenti disposizioni:

  • la modifica dell’art. 609-decies c.p., per cui si garantisce l’assistenza affettiva e psicologica della persona offesa minorenne in ogni stato e grado del procedimento e si assicura una tutela maggiore al minore vittima di delitti contro la libertà sessuale o contro la persona, prevedendo la segnalazione al Tribunale per i minorenni;
  • la modifica dell’art. 612-bis c.p., relativo al delitto di atti persecutori, volta a consentire la remissione della querela esclusivamente in sede processuale (lo stalking è reato perseguibile d’ufficio solo se ricorrono alcune circostanze aggravanti);
  • l’intervento sulle misure cautelari volto ad estendere l’applicazione della misura dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima; ad introdurre la misura dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare, nonché l’obbligo di informare la persona offesa di ogni modifica relativa alle suddette misure cautelari;
  • la previsione dell’obbligo, in capo al pubblico ministero, di comunicare l’avviso della richiesta di archiviazione, nel caso di delitti di cui si stratta, a prescindere dalla preventiva richiesta in tal senso proveniente dalla persona offesa.

In tema di gratuito patrocinio, l’art. 76 del T.U. in materia di spese di giustizia (D.P.R. n. 115/2002) stabilisce che la vittima di una serie di gravi delitti contro la persona, fra i quali il reato di stalking, “può essere ammessa al patrocinio a spese dello Stato anche in deroga ai limiti di reddito” previsti dal medesimo Testo Unico.

Diritto penale comune

Violenza di genere – Violenza domestica.

Competenza, trasparenza e professionalità.

Lo Studio difende ed assiste i propri clienti coinvolti in procedimenti penali in tutto il territorio nazionale.

Diritto penale minorile

Diritto penale minorile

Il processo minorile ha la funzione di reprimere i reati commessi da soggetti di età compresa tra i 14 ed i 18 anni.
La principale finalità della giurisdizione penale minorile è quella rieducativa: sono previsti numerosi istituti processuali volti alla correzione dei comportamenti devianti, in modo che l’esperienza giudiziaria risulti formativa, prima che punitiva.
Il minore interessato da un procedimento penale viene responsabilizzato attraverso il coinvolgimento in prima persona nelle scelte processuali, al fine di far maturare la consapevolezza circa la condotta anti-doverosa posta in essere.

Diritto dell’immigrazione

Lo Studio si occupa da anni di assistere gli stranieri in ogni problematica connessa all’ingresso e/o permanenza sul territorio nazionale. In tale settore sono state acquisite competenze specifiche in ordine alla gestione dei vari procedimenti amministrativi volti all’ottenimento di visti di ingresso, permesso di soggiorno e/o carta di soggiorno, richieste di ricongiungimento familiare, cittadinanza italiana. Nello specifico, il Cliente viene assistito in tutte le fasi del procedimento dal momento dell’individuazione e predisposizione della documentazione necessaria, alla predisposizione della richiesta fino all’esito della medesima garantendo un affiancamento costante anche in occasione delle convocazioni presso gli Enti preposti (Prefettura, Questura, Commissariati, Commissioni territoriali, ecc.).
Viene fornita assistenza specializzata per la predisposizione di ricorsi avverso il rigetto/diniego del rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno o carta di soggiorno innanzi le varie sedi competenti ovvero ricorsi avverso i provvedimenti di espulsione e respingimento alla frontiera.
Inoltre, lo Studio si occupa di assistere lo straniero anche in ordine ai vari reati connessi allo stato di clandestinità ed altro, come a titolo esemplificativo nei semplici casi di permanenza illecita art. 10 bis T.U. Immigrazione fino ai più gravi casi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ex art. 12 T.U. Immigrazione.

Diritto dell’immigrazione

Diritto penale dell’impresa

Reati fallimentari e in materia societaria

In tale specifico settore del diritto penale lo Studio svolge attività di consulenza ed assistenza giudiziale in favore di imprenditori e amministratori implicati nelle fattispecie contemplate dal R.D. 16 marzo 1942, n. 267. La diretta collaborazione con consulenti esterni, quali commercialisti e revisori legali, consente di affrontare le vicende in contestazione anche sotto il profilo prettamente fiscale così da poter improntare una difesa sotto i diversi profili penale e fiscale.
La norma cardine in materia di bancarotta è l’art. 216 L. Fall., che incrimina le ipotesi di bancarotta fraudolenta patrimoniale, bancarotta documentale e bancarotta preferenziale.
La bancarotta fraudolenta patrimoniale tutela la garanzia dei creditori costituita dal patrimonio dell’imprenditore individuale. La fattispecie penale punisce l’imprenditore fallito che abbia distratto, occultato, dissimulato, distrutto o dissipato, in tutto o in parte, i propri beni ovvero allo scopo di recare pregiudizio ai creditori, abbia esposto o riconosciuto passività inesistenti.
La bancarotta documentale, invece, tutela l’interesse a conoscere l’entità del patrimonio del fallito attraverso la corretta tenuta dei libri e delle scritture contabili, per cui vengono ad essere sanzionate la sottrazione e la falsificazione delle scritture, nonché la loro tenuta in guisa da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari.
In ultimo, la bancarotta preferenziale è il reato previsto dal comma terzo dell’art. 216 l. fall., un tempo noto come “favoreggiamento dei creditori”, per cui viene preferito il pagamento di un credito verso un determinato soggetto (c.d. pagamento preferenziale) o si simulano dei titoli di prelazione a carico di un creditore.
Accanto alle ipotesi più gravi previste dall’art. 216 l. fall., il legislatore ha poi previsto la bancarotta semplice, fattispecie residuale, ex art. 217 l. fall.

Diritto penale tributario

Gli aspetti peculiari della materia tributaria hanno spinto lo Studio ad investire risorse ed energie nella formazione, al fine di poter offrire alla clientela una assistenza specifica e qualificata.
Il recente intervento legislativo eseguito in attuazione della delega fiscale, ha provocato rilevanti conseguenze pratiche tra cui la criminalizzazione di nuove violazioni e l’inasprimento delle pene, per cui risulta necessario allo stato attuale una specifica conoscenza della materia.
Il d.lgs 74/2000 («Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto»), che non solo ha tipizzato talune fattispecie di reato (dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) ma ha anche previsto per alcuna delle norme, delle soglie di rilevanza, per cui queste condotte saranno rilevanti solo in caso superino un determinato ammontare di imposta evasa (per esempio, l’omesso versamento di ritenute certificate di cui all’art. 10 bis avrà rilevanza penale solo se l’imposta evasa sarà superiore ad € 50.000,00).

Diritto penale tributario

Diritto civile e commerciale

Real estate – Settore immobiliare
Grazie alla presenza di differenti figure professionali lo Studio fornisce assistenza legale anche in ambito civile mantenendo e garantendo uno standardelevato di professionalità e competenza.
In particolare, nel settore immobiliare forniamo assistenza specializzata per operazioni di reclutamento, acquisto e cessione di immobili – anche all’asta – sia in Italia che all’estero. Grazie alle partnership con società finanziarie e immobiliari lo Studio è in grado di indirizzare il Cliente sia nella fase della ricerca di beni immobili di qualsiasi tipologia (abitativa e/o commerciale) sia per l’accesso al credito nonché per l’amministrazione e gestione del patrimonio immobiliare.

Risarcimento danni
Lo Studio si occupa da anni di assistere i Clienti in materia di infortunistica stradale sia nella fase stragiudiziale al momento della verificazione del sinistro fino alla eventuale fase contenziosa in caso di mancato pagamento o disaccordo sul risarcimento da parte della compagnia assicurativa.
In tale ambito, lo Studio fornisce una prima assistenza legale gratuita coadiuvando il Cliente nella predisposizione e raccolta della documentazione necessaria per l’espletamento dell’incarico.
In caso di lesioni fisiche a seguito del sinistro il Cliente potrà rivolgersi per una valutazione degli eventuali postumi da invalidità temporanea e/o permanente ai professionisti medici legali che da anni collaborano con lo Studio.

Separazioni e divorzi
Assistiamo coniugi, coppie di fatto e genitori in tutte le questioni inerenti le vicende della famiglia ed i rapporti che ne derivano.
Lo studio ha accumulato una particolare esperienza nella redazione di:

  • ricorsi per separazione personale dei coniugi, consensuale o giudiziale;
  • ricorsi per divorzio, congiunto o contenzioso;
  • ricorsi per la modifica delle condizioni di separazione e/o di divorzio;
  • ricorsi per affidamento dei figli minori, modifica delle condizioni economiche e di visita;
  • problematiche riguardanti figli naturali, nati cioè da genitori conviventi.